Sviluppare soluzioni digitali che possano esaltare la mission sociale di un’organizzazione.
È stata la sfida intrapresa da I Gigli del Campo, realtà sociale del milanese che offre servizi per adolescenti e giovani adulti con autismo. Abbiamo chiesto a Monica Foieni, presidente dell’associazione di raccontarci del progetto.
Chi siete e con che mission siete nati?
Abbiamo fondato la nostra associazione nel 2013 con l’obiettivo di sostenere ragazzi e bambini con autismo tramite attività prevalentemente afferenti al tempo libero.
Con il passare degli anni, seguendo la crescita dei ragazzi, è emerso un nuovo bisogno: quello di accompagnarli nell’avventura di diventare grandi, creando per loro opportunità che non fossero limitate alla sola esperienza del tempo libero e che potessero continuare a sostenere il loro sviluppo rispetto a dimensioni della vita adulta, dall’imparare a lavorare, all’autonomia e alla socialità. Per dare più continuità a questo lavoro, abbiamo aperto un centro polifunzionale per adolescenti e giovani adulti con autismo: la Casa dei Gigli. Per alcuni dei ragazzi che la frequentano, la Casa dei Gigli è un contesto di vita, cioè un luogo dove spendono la maggior parte della giornata e nel quale crescono, mentre altri ragazzi che frequentano ancora la scuola o che hanno scelto di frequentare alla mattina altre strutture, vengono solo al pomeriggio per attività più abilitative.
Quali attività svolgete alla Case dei Gigli?
Sono attività semplici, strutturate e condotte da un’équipe di educatori professionali. Ad esempio, tra le attività che rispondono all’obiettivo di stare ad un lavoro, i ragazzi confezionano dei prodotti che poi proponiamo come strenne natalizie e pasquali ai nostri sostenitori, contribuendo così alla vita della nostra opera. A Natale 2023 abbiamo voluto dare più spazio a questa attività che normalmente veniva svolta al centro, scegliendo un posto diverso e più adeguato, un vero e proprio negozio che abbiamo chiamato la Bottega dei Gigli. Un temporary store, dove i ragazzi confezionavano i prodotti per poi proporli direttamente alle persone che li volevano comprare.
Quale progetto volevate implementare?
Per potenziare l’esperienza della Bottega abbiamo chiesto a TechSoup di implementare un e-commerce con il duplice obiettivo di diffondere maggiormente la conoscenza dell’iniziativa e dei nostri prodotti solidali e quella di convogliare qui le numerose prenotazioni che negli anni precedenti ci arrivavano causandoci grande dispendio di energie per la loro gestione (tracciabilità, registrazione del ritiro e della donazione).
La progettazione è stata la fase decisiva. Avevamo diversi problemi da risolvere: l’integrazione con il sito già in essere, la gestione delle donazioni, il fatto che per il momento non volevamo impegnarci in un vero sistema di spedizione ma volevamo chiedere alle persone di venire a ritirare direttamente in negozio, non limitarci solo ad una pagina di e-commerce ma uno spazio che raccontasse innanzitutto del progetto educativo per i ragazzi, la coerenza con la gestione dei flussi di magazzino all’interno del negozio fisico e tempi molto stretti.
È stato un lavoro di squadra molto interessante che ha visto competenze tecniche, di design, di gestione sempre a disposizione dei bisogni dell’associazione per valorizzare tutti gli spunti che avevamo in mente.
Il risultato è stato un e-commerce che racconta una storia, la storia del progetto educativo che abbiamo condotto per i nostri ragazzi, appunto la Bottega dei Gigli. Il lavoro con TechSoup è stata una mediazione tra le nostre esigenze, la nostra mission, la nostra storia e le competenze del team di TechSoup che ci ha aiutato a costruire un prodotto esclusivo, semplice da usare e da gestire in maniera autonoma da parte nostra.
Qual è stata la sfida più importante?
La sfida più grande è stata appunto la progettazione: perché da un lato noi abbiamo dovuto esplicitare bene gli obiettivi dell’e-commerce e dall’altro ripensare anche alla struttura organizzativa e ai processi che legavano il temporary shop fisico e lo shop online. Anche nella progettazione siamo stati supportati. Inoltre, il prodotto che abbiamo sviluppato insieme può potenzialmente crescere come ventaglio di funzionalità, ma come ci ha insegnato TechSoup, puoi avere un sistema perfetto, ma se non è integrato con una organizzazione di processi e di persone, quel sistema non regge.
Quali feedback condividereste su questo progetto?
È stato un volano per raggiungere numeri mai raggiunti, per ampliare la nostra rete di relazioni, per spingere le persone ad interagire con noi anche online.
E poi è stata una palestra per organizzarci internamente, integrando e-commerce e bottega. Ci ha aiutato anche a dare un ordine per organizzare i prodotti nel loro ciclo di ricevimento e di vendita, è tutto collegato.
Il digitale è un aiuto, però bisogna avere in mente lo scopo per cui lo si utilizza e se l’organizzazione è in grado di sostenerlo. Quindi nel calibrare bene lo scopo e le energie, sicuramente il digitale favorisce la possibilità di essere conosciuti, migliora la comunicazione, facilita la donazione.